Dicembre 2022
Senza essere troppo analitico e dettagliato, riprendo anch’io questa abitudine per dare a tutti la possibilità di rileggere le iniziative vissute nei mesi trascorsi, custodendo nel nostro cuore ciò che non deve passare, ma dovrebbe lasciare una traccia indelebile in noi, come singoli e come comunità parrocchiale. Sono trascorsi quasi tre mesi dal mio ingresso ufficiale e desidero esprimere di nuovo la mia gratitudine per l’accoglienza – calorosa, familiare e garbata- che mi avete riservato domenica 2 ottobre. Un grazie particolare a tutti gli operatori pastorali e le persone che si sono adoperati nel preparare i vari momenti che hanno caratterizzato il mio ingresso come vostro parroco. Nei giorni successivi al mio ingresso, abbiamo vissuto la festa della Madonna del Rosario con un Triduo di preparazione che ha visto una buona partecipazione e con una devota e caratteristica processione per le vie del paese che si è svolta nel tardo pomeriggio di domenica 9 ottobre. Molto caratteristica la statua della Madonna, adagiata sul carro trainato da due cavalli bianchi , guidati da un elegante cocchiere. Vi ringrazio per la devozione a Maria che mi avete testimoniato e anche per la generosità dimostrata in questa occasione dagli operatori pastorali, dalle incaricate della pesca di beneficienza, da tutte le persone coinvolte nella celebrazione della festa e anche da chi ha voluto sostenere i bisogni della Parrocchia con la busta dell’offerta che si dona per l’occasione. A mio avviso, sarebbe importante che la preghiera del Rosario caratterizzasse anche il tempo successivo alla festa, ad esempio preparandoci all’ Eucarestia feriale come si fa alla domenica mattina, con alcuni/e di noi che si prendono l’impegno di guidare la preghiera. Ci prepareremmo alla Messa con Maria e come Maria. Altresì importante è che la presenza di Maria caratterizzi anche il vissuto familiare con la recita del Rosario stesso, se non per intero, almeno in forme più brevi. Maria ci educa a vivere il nostro vissuto familiare con la fede nel suo Figlio, fede che porta a piena evidenza l’affidabile promessa di Dio inscritta nei nostri legami familiari. A seguire, domenica 16 ottobre abbiamo iniziato il nuovo anno pastorale, con il mandato ai catechisti dell’iniziazione alla vita cristiana e agli educatori egli adolescenti. Questo mandato lo si potrebbe estendere a tutti gli operatori pastorali, chiamati in questo nuovo anno pastorale dal nostro vescovo Francesco e da tutti i vescovi italiani a vivere lo stile sinodale proprio della Chiesa e dunque anche delle comunità parrocchiali che sono ‘le articolazioni’ della Chiesa nel territorio. Solo se viviamo camminando insieme- l’etimo di sinodo è letteralmente ‘ fare la strada insieme’- dai più piccoli ai più grandi e camminiamo dietro al Signore Gesù, valorizzando il contributo di tutti nell’edificazione della comunità, siamo la Chiesa del Signore. Il mese di novembre si è aperto con la solennità di Tutti i Santi; anche il nostro altare maggiore era ricolmo delle reliquie dei santi che si custodiscono nella nostra chiesa. La celebrazione della festa di Tutti i Santi ci ha richiamato ad una verità che facilmente dimentichiamo, o addirittura del tutto ignoriamo: il Vangelo di Gesù può raggiungere fino ad oggi ogni singolo figlio di Adamo, soltanto grazie alla testimonianza dei Santi. Non basta che esso sia scritto nei libri; né basta che si dia la sua presenza reale nella celebrazione dell’Eucarestia. E’ indispensabile che il libro e il sacramento siano accompagnati dalla testimonianza di coloro che prima di noi hanno creduto nel vangelo, che intorno a noi fino ad oggi credono. Quella testimonianza di vita restituisce da capo alla parola scritta un’evidenza che la lettera non basta a produrre. A ridosso della solennità abbiamo poi commemorato tuti i fedeli defunti e, il venerdì successivo, i nostri defunti dell’anno. La commemorazione è un appello a resistere al potere intimidatorio della morte, facendo memoria dei fedeli defunti con la speranza più forte della morte che ci comunica il mistero pasquale di nostro Signore Gesù Cristo. Di seguito, in prossimità dell’ultima domenica dell’anno liturgico, la solennità di Cristo Re dell’Universo, abbiamo celebrato le giornate eucaristiche. Sono giornate in cui, più intensamente degli altri tempi, siamo invitati ad adorare personalmente o comunitariamente il Sacramento del Corpo di nostro Signore, il dono che sempre l’Eucarestia ci affida. Adorare l’Eucarestia è prolungare il tempo della gratitudine e dell’appropriazione personale del dono ricevuto, caratteristico della celebrazione eucaristica, ma che sempre, per ragioni ovvie, è assai contratto. Ho notato che la presenza ai tempi di adorazione è stata numericamente assai ridotta; spero non sia un indice di marginalità dell’Eucarestia nel vissuto personale e comunitario. La fede del singolo e della comunità parrocchiale è infatti edificata dall’Eucarestia, dall’ascolto della Parola di Dio e dalla testimonianza della Carità fraterna. Sempre la domenica di Cristo Re abbiamo celebrato il 155° anniversario della chiesa parrocchiale: Il Signore benedica la nostra chiesa parrocchiale; ci insegni come correggere la freddezza delle celebrazioni, e il distacco dei rapporti; perché nessuno si senta qui come uno estraneo, ma tutti riconoscano il vincolo che li lega a molti fratelli. In questi ultime settimane è iniziato il tempo dell’Avvento, tempo propizio per prepararci alle feste natalizie e per alimentare l’attesa del Signore che viene e verrà. Oltre all’Eucarestia domenicale e feriale, due sono i momenti comunitari che vogliono alimentare la preghiera, quella nel segreto della propria stanza che decide di sé dinanzi al Signore vicino: la catechesi del martedì o mercoledì e l’adorazione eucaristica del venerdì. A questo si aggiunge il sostegno economico alla missione di don Gabriele Prandi, nostro compaesano. In questi tre mesi sono ripartite anche le varie attività dell’oratorio, con i vari momenti ricreativi e d’incontro proposti dalla comunità parrocchiale a tutti: pizzata, castagnata, giochi, porchetta party e così via. L’oratorio ha proprio anche la caratteristica di aprirsi a tutti, vicini o lontani dai luoghi fondamentali di edificazione della comunità cristiana. Sono anche momenti per raccogliere qualche fondo economico a sostegno e mantenimento delle strutture parrocchiali. Il nostro impegno, l’impegno di tutti i volontari, è far sì che anche in queste iniziative si alimenti e si costruisca quella fraternità universale che il Signore vicino promette e comanda a tutti e che non siano solo momenti del consumo di sensazioni e di esperienze che non legano e non impegnano reciprocamente. Ringrazio dunque tutti i volontari dell’oratorio che con la loro dedizione gratuita hanno reso possibile questi momenti di incontro, senza dimenticare poi quelli che settimanalmente puliscono e riordinano l’oratorio e fanno accoglienza come baristi e bariste. Infine, il ringraziamento alle volontarie e ai volontari che fanno i ravioli per il loro impegno diuturno a favore del sostentamento della Parrocchia. Grazie!
Don Eros