13 Ottobre 2024
Parola del Parroco

Noi, una Chiesa di gioia

Il Santo Natale è per tutti i cristiani e per tutti gli uomini, in generale, la festa più bella dell’anno e certamente, per tanti motivi, la festa più attesa e gioiosa dell’anno. Ed è realmente così, perché il Natale cristiano è annuncio di gioia, presenza di gioia, futuro di gioia: Gesù annunciato è qui con noi, abita e rimane con noi, dà senso e speranza all’oggi e al futuro della nostra vita.
Arricchente e necessario è ricordare le belle espressioni evangeliche che ci annunciano la gioia del Natale:
Nel Vangelo di Luca:
Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita. (1,14) /
Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». (1,28) / Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. (1,44) / Ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: (2,10)
Nel Vangelo di Matteo: Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. (2,10)
E’, dunque, un inno evangelico alla gioia, coinvolgente e indimenticabile, per i protagonisti del primo Natale e nella luce dell’“unione spirituale” con loro, anche noi, non possiamo non vivere di gioia e dimenticare di “abitare” nella gioia cristiana.
L’augurio natalizio, esplicito e chiaro, che ci poniamo in comunità è quello di ricevere dal Natale il grande dono spirituale della gioia e come dice Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.” (15,11).
Ci sia sul volto di ognuno di noi la gioia; nel cuore di tutti si accolga e custodisca la gioia; si rigeneri e si emani in comunità la gioia del credere che ci viene dal Bambin Gesù.
La parrocchia di Ossanesga è intenta, in questo anno pastorale, a riscoprire e attualizzare questa virtù cristiana e soprattutto, i fedeli, sono chiamati ad esserne interpreti più coraggiosi e volitivi. C’è in giro, tra noi, tanta gente corrucciata, rabbuiata e scontenta.
Come può esistere una chiesa “spenta” e opaca? Triste e malinconica? Introversa e “soffocata” dal buio?
Come può “piacere” una chiesa di donne ed uomini tristi? Una chiesa di donne e uomini perennemente “incavolati”? Una chiesa di donne e uomini senza speranza e accigliata?
Come proposto nel cammino di Avvento, ci sia un cambio di atteggiamento e una nuova marcia nella testimonianza della nostra fede personale e comunitaria:
1) Essere Chiesa è stupirci perché Gesù viene a incontrare proprio noi!
Non sia la nostra Chiesa…spenta, abitudinaria, annoiata … E’ meglio essere → NOI, UNA CHIESA ATTENTA

2) Essere Chiesa è imparare a cambiare, a migliorare, per accogliere Gesù!
Non sia la nostra Chiesa…stanca, pigra, vecchia … E’ meglio essere → NOI, UNA CHIESA IN CAMBIAMENTO!

3) Essere Chiesa è gioire per l’amore che Gesù ci dona, è aprirsi alla misericordia e al perdono!
Non sia la nostra Chiesa…egoista, chiusa, indifferente … E’ meglio essere → NOI, UNA CHIESA DAL CUORE GRANDE!

4) Essere Chiesa è imparare a fidarsi di Gesù!
Non sia la nostra Chiesa…rigida, indecisa, impaurita … E’ meglio essere → NOI, UNA CHIESA CHE SI FIDA DI DIO!

5) Essere Chiesa è imparare a sorprendersi e a gioire per la presenza di Gesù nelle nostre vite!
Non sia la nostra Chiesa…delusa, triste, scoraggiata … E’ meglio essere → NOI, UNA CHIESA IN FESTA!

6) Essere Chiesa è portare la luce e la gioia di Gesù in ogni angolo della terra!
Non sia la nostra Chiesa…egocentrica, fredda, distante … E’ meglio essere → NOI, UNA CHIESA APERTA A TUTTI!

Tutti ci ritroviamo in questa condizione buia dell’essere chiesa e nessuno, sentendosi esente, prometta a Gesù Bambino nel Natale 2019 un cambio di passo: un cuore con battito regolare e gioioso nella fede in Dio; un volto sereno e limpido e non alterato da tonalità black che abbruttisce lo sguardo; mani generose e laboriose che si stringono insieme e non pugni chiusi che respingono e isolano.
Nel nuovo anno 2020 apriamo un nuovo decennio e ci aspettano scenari umanitari e religiosi indecifrabili, incerti e inimmaginabili. Non sappiamo come sarà il futuro del mondo, della chiesa e personale…ma ciò che non possiamo trascurare è la “consapevolezza della serenità” che ci ricorda che non siamo immortali e nessuno è talmente onnipotente da muovere i fili della storia, ma è al nostro Dio a cui affidare il tempo e di cui fidarci, perché Lui è il nostro Tempo e solo di Lui possiamo fidarci.
Auguri Ossanesga perché il tempo a nostra disposizione sia consapevolmente sereno, non tanto per aspettare gli eventi, ma ogni giorno, protagonisti, nel testimoniare serenità anche quando si rompe un bicchiere, si sbecca una tazza, si tira giù un foglietto dal calendario dei giorni, ci si sottopone a un intervento chirurgico, muore un nostro caro/amico, si perde una causa, si termina la lettura di un romanzo, si chiude la porta. Segni che intristirebbero tanti, ma che, oltre ogni rimpianto, mettono buon umore al credente.
Auguri Ossanesga e annuncia il tuo si alla gioia e no alla tristezza; il tuo si alla fiducia e no allo sconforto; il tuo si al coraggio e no alla paura!
Auguri Ossanesga…mantieni in questo nuovo decennio la consapevolezza della serenità e non dimenticare che Lui, Gesù, è il senso e il fine della tua storia di vita e della storia intera.

Don Carlo

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